La rassicurante sicurezza della morte!

La morte è l’unica cosa che, a parte la vita stessa, ci accomuna tutti. Possiamo parlare di morte solo e soltanto perché siamo vivi, e solo per il semplice fatto che siamo vivi abbiamo come denominator comune la fine stessa della vita. Che strano percorso… ci ritroviamo qui, in questo tempo ed in questo spazio, non per nostra volontà, senza che noi potessimo farci nulla nel decidere, a vivere una vita che, nel bene o nel male, avrà come unico ed elementare sbocco quello della morte. Ma cos’è la morte?

Possiamo tutti essere almeno d’accordo sul fatto che la morte è… la cessazione della vita? Ma la vita è la cessazione o… l’inizio di qualcosa? La vita non è, se ci pensiamo bene, la cessazione del nostro oblio, del nostro non essere vivi, del nostro non far parte dell’Universo qui e adesso? E così ad un certo punto della Storia compare, sulla scena del Creato, una tale persona…. io…. tu! Così. Dal nulla. Perché prima non eri nulla. Chi ti/mi conosceva? Se non esistevo non potevo essere conosciuto da nessuno. E dopo di me/te… dopo la nostra morte…. NESSUNO sarà più come me/te per il resto dell’eternità!

Ci pensi mai? Miliardi e miliardi di esseri viventi prima di te venuti dal nulla…. e miliardi e miliardi di altri esseri viventi dopo di noi anch’essi venuti dal nulla…. e NESSUNO come te o come me. UNICI! Nei nostri pregi e nei nostri difetti! UNICI! Per l’eternità NESSUNO sarà più come noi. Magari qualcuno ci potrà lontanamente assomigliare, fisicamente intendo, ma nient’altro. Noi siamo noi. Punto. Le nostre vite sono uniche, come noi. Perché noi siamo la nostra vita ed ogni storia è diversa dalle altre. Per forza di cose. Non possono esistere due persone uguali con gli stessi pensieri e le stesse esperienze e lo stesso modo di essere e di ragionare.

Eppure tutti faremo la stessa identica esperienza: affrontare la morte! Ogni essere umano nella vita compie atti diversi, conduce vite diverse, affronta casualità diverse. Ma la morte no! TUTTI la dovremo affrontare, chi prima e chi dopo nessuno potrà dire di avere la possibilità di aggirarla. Anche Gesù l’ha affrontata!

Ma proprio l’esperienza più totalizzante, più drammatica, più univoca… che tutti dovremo affrontare… viene semplicemente acantonata dalla nostra mente e relegata in un cantuccio lontano della nostra anima dove ogni tanto viene fuori in concomitanza di lutti che, ovviamente se vengono ancora fuori, non riguardano altre persone attorno a noi. Ma la morte anche se tocca qualcuno a noi vicino continua ad essere uno di quei pensieri, uno di quegli argomenti che sembra debbano interessare solo gli altri. Mai noi. Come se non pensando mai all’inevitabilità della morte la potessimo esorcizzare ed allontanare il più possibile lontano da noi.

La società in cui viviamo ha cancellato la morte. Non se ne parla mai quasi fosse il nuovo tabù… perché se solo ci soffermassimo ogni tanto a riflettere sulla caducità della nostra vita forse lasceremmo un po’ di più da parte tante cose che non ci servono assolutamente, cose che sono state inventate apposta per allontanare da noi il pensiero che non siamo eterni e che prima o poi questo mondo lo lasceremo. Invece il mondo che ci circonda è esattamente l’opposto: la morte non esiste e se esiste interessa solo gli altri. Noi dobbiamo vivere sfruttando tutto ciò che si può sfruttare, in ogni settore ed in ogni sfera, e pensare che la nostra vita non andrà mai incontro ad un punto di non ritorno. Dobbiamo far parte di un meccanismo che ci imbambola e ci imbonisce dove non c’è posto per riflessioni sulla nostra vita, sulla nostra identità e quindi sulla morte. Dove non c’è posto per Dio. Perché se pensi alla tua vita non puoi non pensare a chi sei e da dove vieni, quindi non potrai non pensare a chi è Colui che ti ha creato…

Il pensiero della morte non deve diventare un pensiero malato, finalizzato al nulla; ma deve essere una riflessione serena sulla realtà della nostra vita. E quindi anche della nostra morte. E forse se ogni tanto ognuno di noi si soffermasse veramente a fare qualche riflessione sull’ovvietà più ovvia che ci sia al mondo, il mondo non sarebbe così com’è. Sono sicuro che sarebbe un pochino meglio… perché tutto questo affanno ad accaparrare tutto e di più inizierebbe a perdere un po’ di senso visto che tutto dovremmo lasciare.

Tutto tranne la morte.

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Pubblicato da Maria di Nazareth

Maria (in ebraico: מרים, Miryam, Myriam; aramaico: Maryām; greco: Μαρίαμ Mariam, Μαρία María; arabo: مريم, Maryam) è il nome della madre di Gesù. È venerata come "Santissima Madre di Dio" dai cattolici e dagli ortodossi (che la onorano del titolo di Θεοτόκος, Theotókos); la sua santità è comunque riconosciuta dalla Comunione anglicana e anche da confessioni protestanti come quella luterana. È usato anche il titolo di Madonna. Le è dedicata una sura nel Corano, ed anche per l'Islam la sua maternità è misteriosa.

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